Persuasione e narrazione : l'exemplum tra due retoriche (VI-XII sec.)

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1980

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Persée

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Alessandro Vitale-Brovarone, « Persuasione e narrazione : l'exemplum tra due retoriche (VI-XII sec.) », Mélanges de l'école française de Rome, ID : 10.3406/mefr.1980.2539


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Alessandro Vitale-Brovarone, Persuasione e narrazione : l'«exemplum» fra due retouche (VI-XII sec), p. 87-112. L'exemplum altomedievale, per l'indeterminazione del suo campo di impiego, pone in modo ideale i problemi dell'exemplum in generale. L'exemplum sfugge ad una definizione teorica che non sia troppo generica (definizione «retorica») o troppo restrittiva (definizione «degli storici»), cosi come sfugge ad una descrizione tipologica. È in se una non buona fonte storico-antropologica in quanto mancano, attorno al messaggio che esso reca, gli elementi essenziali costituenti il rapporto fra emittente e destinatario. La retorica tardo-antica e altomedievale tende a sottolinearne progressivamente gli aspetti narrativi, indicandone talora una destinazione popolare, in cui è da vedere una connotazione del tipo di argomentazione più che di un pubblico. Il suo prevalente impiego in letteratura religiosa o moraleggiante è (v. rétro) dovuto alle modalità di consegna delle fonti piuttosto che ad una caratteristica costitutiva. Il suo diffondersi nella letteratura religiosa, con gli ordini mendicanti, è da vedere come un tentativo di proposta di un modello di comportamento «morale» che si opponesse ai modelli che la narrativa «profana» diffondeva : il rapporto fra narrativa «sacra» e «profana» è da vedere come dialettico e non genetico.

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