L'ambasciatore nel XV secolo : due trattati e una biografia (Bernard de Rosier, Ermolao Barbaro, Vespasiano da Bisticci)

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1996

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Riccardo Fubini, « L'ambasciatore nel XV secolo : due trattati e una biografia (Bernard de Rosier, Ermolao Barbaro, Vespasiano da Bisticci) », Mélanges de l'école française de Rome, ID : 10.3406/mefr.1996.3520


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Riccardo Fubini, L'ambasciatore nel XV secolo : due trattati e una biografîa (Bernard de Rosier, Ermolao Barbaro, Vespasiano da Bisticci), p. 645-665. L'articolo esamina in successione tre testi che riguardano, in pari tempo, la concezione politico-giuridica e l'immagine dell'ambasciatore nel secolo XV : l'Ambasxiator brevilogus (1436) del giurista e prevosto francese (futuro arcivescovo di Tolosa) Bernard de Rosier, il De officio legati (1490 c.) dell'umanista veneziano Ermolao Barbaro, ed infine, fra le Vite di illustri contemporanei composte dal libraio fiorentino Vespasiano da Bisticci (1480 c), quella dedicata al diplomatico napoletano Antonio Cicinello. Gli ammonimenti del De Rosier rivelano un'acuta percezione delle trasgressioni in atto di precetti fondamentali della condotta diplomatica, quali dettati dal diritto delle genti. Con il trattatello di Ermolao Barbaro si afferma invece scopertamente quell'utilitarismo politico, da cui De Rosier metteva in guardia, cosi come particolarmente nella nuova prassi dell'ambasciata residente, che costituisce oggetto specifico (nonché personale esperienza) dello scrittore. Ma nel contempo Ermolao reagisce copertamente contro lo «sciovinismo» patriottico, in nome di una più armonica convivenza di Venezia con gli altri potentati d'Italia, ma anche rivendicando, nel rapporto con la madrepatria, la propria individuale indipendenza di uomo di cultura. Vespasiano, infine, nella «vita» del Cicinello trova modo di palesare (quanto all'ambiente fiorentino) i propri sentimenti antimedicei, ma anche, più in générale, di rivelare uno stato d'animo ambivalente, fra ammirazione e sgomento, di fronte aile trasgressioni morali dell'agire politico-diplomatico, per questo rifugiandosi nelle certezze religiose. I tre scritti, considerati insieme, attestano l'esistenza di divaricazioni profonde - sociali, culturali, morali - nell'ambito di una medesima epoca.

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