4 mars 2021
https://www.openedition.org/12554 , info:eu-repo/semantics/openAccess
Maria Giovanna Belcastro et al., « Morti senza sepoltura, morti sepolti, e sepolture anomale », Publications de l’École française de Rome, ID : 10.4000/books.efr.12722
I contesti archeologici rappresentano un ambito di studio e di confronto tra Antropologia ed Archeologia nella ricostruzione di comportamenti funerari (individuali, occasionali, non sanciti da regole o saldamente normati dalle comunità di riferimento) nelle società del passato. La loro interpretazione tende a muoversi in scenari dicotomici (o alternativi): assenza di sepoltura vs. sepoltura, sepoltura normale vs. anomala (atipica, non convenzionale, deviante, ecc.), attribuendo alla sepoltura una valenza positiva (benevolenza, attenzione, partecipazione) in contrapposizione a quella negativa (rifiuto, punizione, alienazione) delle cosiddette sepolture anomale. Per definire l’assenza o la presenza di sepoltura, o una condizione anomala rispetto alla norma dalla quale esula, occorre innanzitutto definire cos’è una sepoltura. Il vasto e vario repertorio dei contesti funerari nel tempo e nelle diverse aree geografiche sottolinea la complessità nella lettura e nell’interpretazione dei comportamenti ad essi associati che deve tenere in considerazione, oltre che fattori di ordine religioso, socio-culturale, economico, anche quelli di ordine biologico, demografico, climatico e ambientale, a sottolineare il ruolo, anche nelle manifestazioni funerarie, della nicchia ecologica umana, e cioè dell’interazione tra le comunità umane e l’ambiente.