The Other “in” the Self: The sense of self and the threat of relativism

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19 avril 2016

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Personal identity

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Cristina Meini et al., « The Other “in” the Self: The sense of self and the threat of relativism », Rivista di estetica, ID : 10.4000/estetica.797


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Résumé En It

On the traditional view, a sense of selfhood appears relatively late in infancy, since to be, or to possess, a self is taken to require such capacities as language and metacognition. Recent research in psychology, however, shows that there are some rudimentary forms of self-consciousness already in the very first months of life. The exercise of these early abilities in interactional contexts with caretakers shapes gradually a sense of self, or a primitive form of what we also call “personal identity”, following a psychological terminology. In this paper we shall argue that the hypothesis of a very precocious personal identity can accord an important role to the Other in the formation of the Self without being committed to some outdated versions of empiricism or relativism. In the first section we introduce a pair of views about selfhood that seem to lead to relativism. In the second section we present what we call the “precocious identity view”. In the third section we describe the role of the Other in the precocious identity view. Finally, we make some remarks concerning what kind of (self-)consciousness is actually involved in the precocious identity view.

Secondo la concezione classica lo sviluppo del senso di sé è un evento dell’infanzia relativamente tardivo. Si ritiene infatti che per essere, o possedere, un sé, siano richieste competenze raffinate come il linguaggio e la metacognizione. La ricerca psicologica recente mostra tuttavia come alcune forme rudimentali di coscienza di sé siano presenti nei primi mesi di vita. L’esercizio di tali abilità precoci in contesti interpersonali con i caregivers modellano gradualmente un senso di sé, o una forma primitiva di ciò che, seguendo una terminologia diffusa nella letteratura psicologica, ma non conforme al più impegnativo uso filosofico dell’espressione, chiameremo “identità personale”. In questo articolo sosterremo che l’ipotesi di un’identità personale precoce accorda un ruolo fondamentale all’Altro nella formazione del senso di sé senza tuttavia essere compromessa con una versione obsoleta di empirismo o di relativismo. Introdurremo innanzitutto alcune concezioni sul senso di sé che sembrano portare al relativismo. Presenteremo quindi quella che chiameremo “la concezione dell’identità precoce”, per quindi descrivere il ruolo dell’Altro nella sua formazione. Infine, svilupperemo alcune considerazioni su quati tipi di (auto-) coscienza siano effettivamente coinvolti nella concezione dell’identità precoce.

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