Dal De offìciis a Vitruvio, da Vitruvio a Orazio : il dibattito sul lusso edilizio

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1994

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Elisa Romano, « Dal De offìciis a Vitruvio, da Vitruvio a Orazio : il dibattito sul lusso edilizio », Publications de l'École Française de Rome, ID : 10670/1.f9cc2m


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Résumé It

Nel dibattito sul lusso edilizio, vivace a Roma fin dalla prima metà del II secolo a.C. e caratterizzato da toni polemici, Cicerone interviene con una posizione intermedia : nel De ofltciis giustifica la necessità di una casa di rappresentanza degna di chi occupa un ruolo sociale e politico preminente, ma sottolinea che la magnifìcentia non è concessa a nessuno, nemmeno ai principes civitatis, poiché l'utilizzazione ai fini di aedifìcatio privata di mezzi che è lecito impiegare solo per opere pubbliche è un comportamento socialmente condannabile. Questo modello di contrapposizione tra sfera pubblica e sfera privata viene recepito dall'ideologia augustea, come testimonia in modo significativo l'ode 2,15 di Orazio. Vitruvio oscilla fra un'adesione a questo modello, testimoniata da alcune affermazioni polemiche contro il sumptus, e la giustificazione della magnificentia nella aedifìcatio privata. In particolare, i capitoli del de architectura 1,2,9 e 6,5,1 s. mostrano coincidenze con Cic. off. 1, 138, ma una concezione diversa. Il disegno prescritto che Vitruvio fornisce dell'abitazione dei nobiles è un'immagine rovesciata rispetto a quella che sembra prevalente nel dibattito contemporaneo ed ha invece i tratti del modello negativo incarnato da Clodio nella polemica ciceroniana di dom. 116. Una posizione così spostata rispetto all'asse della teorizzazione ciceroniana deve essere maturata in una fase più antica del dibattito e conferma la genesi del trattato vitruviano in età tardorepubblicana.

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