Famiglia, donna e società nelle prime opere di Giovanni Verga

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18 septembre 2012

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Alessandra Gaggero, « Famiglia, donna e società nelle prime opere di Giovanni Verga », DUMAS - Dépôt Universitaire de Mémoires Après Soutenance, ID : 10670/1.rzti3j


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In questa tesi ho preso in considerazione la produzione giovanile del Verga nel periodo che va dal 1862 al 1875. In questi 13 anni l'Autore scrive i romanzi e le novelle che sono l'oggetto della tesi e che ne rappresentano il periodo pre-verista. La lettura e l'analisi di questi lavori giovanili (romanzi e novelle... eventualmente elencare) ci permettono di assistere alla sua crescita, alla sua graduale maturazione, ai suoi cambiamenti nel modo di pensare nei confronti della società, della famiglia e della donna. Certamente ritroviamo in lui un riflesso delle dinamiche sociali del suo tempo riguardanti la posizione della donna nella società: nella seconda metà dell'800, nell'irrigidimento dell'ordine borghese, si era disposti a riconoscerle un ruolo di fondamento della società a patto di restare al suo posto di "angelo del focolare" e di abbandonare il suo ruolo di eroina romantica, coraggiosa e anticonvenzionale, che poteva rappresentare le forze dell'istinto e della natura... Ma nello stesso tempo ritroviamo riflessi autobiografici di questo periodo intenso della vita di Verga: viaggi, amicizie, alcuni amori, ritorni alla terra natale mai dimenticata, ma anche fuggita... Il tutto si traduce in un movimento oscillatorio e ambivalente tra due visioni opposte nei riguardi della donna e della famiglia, che può essere schematizzato nell'alternativa tra la donna madre (o moglie-madre) e la donna-passione (la donna fatale). Verga infatti non è tanto un sociologo, quanto uno scrittore attento alle contraddizioni insanabili dell'animo umano. La dicotomia madre / donna-fatale rimanda a un dilemma che comunque sembra senza soluzioni: o la donna-passione che apre gli orizzonti, allontana dalla famiglia e dalla terra natale, ma porta con sé disillusione, distruttività e morte o la tranquillità della famiglia che però finisce per configurarsi come un cinico e disilluso rientro nell'ordine costituito e in cui l'uomo rassegnato è comunque un "vinto". Tra questi due estremi dapprima più schematici, poi sempre più sfumati, è come se Verga si muovesse nei suoi romanzi in direzioni opposte e cercasse invano soluzioni equilibrate e rasserenanti... Nei primi romanzi (I Carbonari e Sulle Lagune) prevale il momento dell'avventura e del rischio, domina la passione, polarizzata soprattutto intorno alla donna, ma piuttosto 99 che alla donna eroina romantica (come Giustina e Giulia) che sono fanciulle intrepide e pure di sentimenti, ma un po' troppo melodrammatiche, l'attenzione di Verga sembra rivolgersi alle donne fatali, dispensatrici di piacere, ma anche di distruttività e di morte (Carolina dei Carbonari, Narcisa de "Una peccatrice", "Eva la ballerina"...). In una fase successiva, quella del rientro, si ha piuttosto il ritorno all'ordine costituito, alla famiglia (la madre e subordinatamente l'amore coniugale) che viene vagheggiato come fonte di equilibrio e di pace, ma che può anche tingersi di castrazione e o non rivelarsi sufficiente a ripagare l'individuo delle sue rinunce (

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