3 avril 2018
Ce document est lié à :
info:eu-repo/semantics/reference/issn/1123-9883
Ce document est lié à :
info:eu-repo/semantics/reference/issn/1724-2150
https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/ , info:eu-repo/semantics/openAccess
Aimone Grossato, « Un caso di translatio martiriale da al-Andalus a Roma ? Alcune considerazioni sugli scambi di doni tra Ottoni, Bisanzio e Cordova », Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, ID : 10.4000/mefrm.3749
Dato lo straordinario intreccio di ambascerie tra il califfato di Cordova, i sovrani ottoniani e Bisanzio alla metà del X secolo, non sorprende che le fonti attestino lo scambio di diversi doni diplomatici tra le rispettive corti. A partire dall’analisi di alcuni casi specifici alla luce delle metodologie sviluppate dalla storiografia recente nello studio dello scambio dei doni nel corso dell’età altomedievale – in particolare quella teorizzata dall’arabista Oleg Grabar, secondo il quale sarebbe esistita una cultura condivisa degli oggetti tra Bisanzio e i califfati islamici – proveremo a capire se tali approcci sono ancora validi in un contesto così complesso e che importanza rivestissero tali doni presso le corti in relazione alla costruzione dell’autorità imperiale e califfale.