13 novembre 2020
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Alessandra Acconci, « Frammenti di un ciclo dei Mesi a Ceccano », Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, ID : 10.4000/mefrm.8057
Il castello di Ceccano, presso Frosinone e a sud di Roma, ha rappresentato tra il XII e il XIV secolo il centro dello stato feudale dei de Ceccano, la più potente famiglia del Lazio meridionale affermatasi nelle valli dell'Amaseno e del Sacco in concomitanza con la formazione del Patrimonio della Chiesa. Diversi esponenti del casato si distinsero con ruoli di spicco nell'ambiente cardinalizio dell'Urbe; il conte Giovanni I convoglierà localmente le fortune familiari verso una importante dimensione pubblica, nel 1190 coronata dall'investitura cavalleresca e, a un decennio di distanza, dall'investitura della terra Cicani, ricevuta nel 1201 da Innocenzo III. Alcune frammentarie decorazioni pittoriche sono riemerse in anni recenti in due diversi ambienti situati al piano nobile della rocca, nel corpo di fabbrica addossato alla torre mastra. In una stanza essi si configurano con i resti di un fregio narrativo e della zoccolatura in forma di velario a rotae tangenti, mentre in un ambiente orientato a sud-ovest è affiorata la porzione di un ciclo illustrante i Mesi, di cui restano le due figure di Gennaio e Febbraio. I dipinti murali dell’Aula gotica dei Santi Quattro Coronati a Roma, al chiudersi del quarto decennio del XIII secolo, insieme al calendario liturgico dell'Oratorio di San Pellegrino a Bominaco presso L'Aquila, sembrano rappresentare il confronto più immediato dal punto di vista delle soluzioni iconografiche. Stilisticamente il modesto pittore all’opera a Ceccano dimostra un forte legame con il complesso pittorico della cripta di San Magno ad Anagni, per le parti realizzate dai pittori associati al nome del Terzo Maestro. La superstite decorazione pittorica del castello dei signori della Campagna è da considerare connessa allo svolgimento dei grandi fatti artistici verificatisi nelle terre a sud di Roma, in virtù delle iniziative incoraggiate dai pontefici appartenenti alla regione per nascita, o ad essa incardinati, e dai loro vassalli attivi nel patronato delle imprese culturali. La realizzazione del ciclo va quindi posta verso la metà del Duecento e in qualità di committente si può ipotizzare Landolfo II de Ceccano, dal 1227 ca. al 1264/65 in ruolo di spicco su una vasta estensione territoriale proiettata tra le province di Campagna e Marittima.