La vicenda dell'anima umana nella nota ad Aen. 6, 724 di Servio

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1992

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Aldo Setaioli, « La vicenda dell'anima umana nella nota ad Aen. 6, 724 di Servio », Publications de l'École Française de Rome, ID : 10670/1.kmquy6


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La nota serviana ad Aen. 6, 724 è un vero e proprio trattato sull'anima. Dopo l'affermazione dell'immortalità di questa, fondata sulla sua origine divina, il commentatore affronta in primo luogo il problema della concilizione delle diversità individuali (esemplificate anche con le differenze etniche) con l'origine comune di tutte le anime : il principio individualizzante è indicato nell'influsso esercitato sulle anime dai corpi, dotati di caratteristiche fra loro diverse. Da qui derivano altri problemi : come un'entità superiore (l'anima) possa essere influenzata da una inferiore (il corpo), e soprattutto come l'immortalità dell'anima possa conciliarsi con la sua passibilità e mutabilità. Servio risponde postulando che l'influsso del corpo su di essa sia solo un impedimento che non ne altera l'intima essenza, che per lui torna a manifestarsi intatta dopo la separazione dal corpo. Ne nasce l'ulteriore problema di come conciliare il ritorno dell'anima alla primitiva purezza subito dopo la morte del corpo con la necessità di un purgatorio ultraterreno. Attraverso opportuni confronti con molti testi religiosi e filosofici della tarda antichità si mostra che la nota di Servio si iscrive in un dibattito assai vivace e costituisce uno dei testimoni di una corrente di pensiero, attestata già ben prima di lui, che tentava un compromesso tra il dogma dell'impassibilità di fondo dell'anima e la teorizzazione di una diversificazione delle singole anime a contatto con la materia. A questa corrente reagirono con vigore e coerenza speculativa Piotino e i Neoplatonici più rigorosi.

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