L'occupazione umana del Pleistocene medio di Guado San Nicola (Monteroduni, Molise)

Résumé En It

The systematic excavation of the site of Guado San Nicola (Monteroduni, Molise) revealed a stratigraphic sequence, more than two meters thick, located on the distal part of an ancient terraced alluvial cone made by the Lorda creek, a tributary of the Volturno river.The lithologic, morphographic and pedostratigraphic evidences suggest its attribution to an Interstadial of MIS6 or to MIS 72. The radiometric dating (40Ar/39Ar method and Electron Spin Resonance in combination with the uranium family disequilibrium method) reported an age between 350 and 400.000 years, confirmed by a Late Galerian fauna and by the presence of Cervus elaphus acoronatus and Equus ferus ssp.The fauna assemblage, apart from these two taxa, is characterized by the presence of Ursus sp., Elephas sp., Stephanorhinus kirchbergensis, Bos primigenius e cf. Megacerinae, which denote a warm temperate dry climate. Paleontological remains are characterized by the presence of intentional fractures produced by human activities aimed at the extraction of bone marrow while cut marks are badly preserved. The abundance of deer antlers seems to be due to its use as soft hammers.Handaxes of different forms and variable sizes are frequent, usually the shaping is mostly accurate on the point while the base is not shaped at all; the débitage component is characterized by the presence of a Levallois production.From a chronological point of view, despite the lithologic, morphographic and pedostratigraphic interpretation suggests a correlation to an Interstadial of MIS 6 or to MIS 7, the considerations on the fauna and radiometric dating are in agreement with an attribution to MIS 11.

L’esplorazione sistematica del giacimento di Guado San Nicola (Monteroduni, Molise) ha evidenziato un’articolata serie stratigrafica dello spessore di oltre due metri, ubicata nella parte distale dell’antico conoide terrazzato del Torrente Lorda, affluente di sinistra del fiume Volturno. L’inquadramento lito-, morfo- e pedostratigrafico suggerirebbe l’attribuzione ad un Interstadiale del MIS 6 o al MIS 7. Le datazioni radiometriche (metodo 40Ar/39Ar e i metodi della risonanza elettronica di spin e del disequilibrio nelle famiglie dell’uranio combinati ESR/U-Th) riportano invece un’età compresa tra i 350/400.000 anni fa, che sarebbe confermata da una fauna del Galeriano superiore per la presenza di Cervus elaphus acoronatus ed Equus ferus gruppo achenheimensis-steinhemensis. L’insieme faunistico, oltre che da questi due taxa, si caratterizza per la presenza di Ursus sp., Elephas sp., Stephanorhinus kirchbergensis, Bos primigenius e cf. Megacerinae, che configurano un ambiente temperato-caldo arido. I reperti paleontologici presentano fratturazioni intenzionali connesse con le attività umane volte al recupero del midollo mentre le strie di macellazione sono mal conservate. L’abbondanza di palchi di cervo di caduta sembra riconducibile al loro uso quali percussori impiegati nella scheggiatura del materiale litico. Frequenti sono i bifacciali di forma e dimensione variabile, spesso ben lavorati sull’estremità appuntita e quasi sempre con base risparmiata; la componente su scheggia si qualifica per la presenza di manufatti Levallois. Dal punto di vista cronologico, nonostante l’interpretazione lito-, morfo- e pedo-stratigrafica della serie che porterebbe ad una correlazione ad un Interstadiale del MIS 6 o al MIS 7, le considerazioni sulle faune e le datazioni sono in accordo con un’attribuzione al MIS 11.

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