2016
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https://hdl.handle.net/20.500.13089/1cgw
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https://doi.org/10.4000/books.aaccademia
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«Un’idea fantastica che in nessun caso potrebbe divenire, qui e ora, realtà». Questo è il pensiero comune che Martin Buber si appresta a confutare quando, nel 1911, affronta le tre principali obiezioni mosse da chi ritiene improponibile l’idea di una scena teatrale ebraica: «1) Non abbiamo un pubblico. 2) Non abbiamo un repertorio. 3) Non abbiamo un capitale».Lo scetticismo, in quel momento, è tutt’altro che infondato; ma i risultati raggiunti nei decenni successivi proveranno che quell’idea fantastica...