Other Than Whom?

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2014

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  • 20.500.13089/fycd
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Diego Marconi, « Other Than Whom? », Rivista di estetica


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Résumé En It

The "impure" indexicality of the pronoun we is exploited to widen or reduce its scope, depending on rhetorical expediency. This has powerful and mostly damaging effects on public discourse. In fact, collective identities are seldom precisely defined, and when they are they often turn out to be less discriminating than the “we” rhetoric assumes them to be.

'Noi' è un indicale impuro: il suo contenuto, e quindi la sua estensione, non sono fissati in maniera automatica dalle circostanze dell'enunciazione (come nel caso di 'io'), ma dipendono dalle intenzioni del parlante, che non sono sempre ovvie. Correlativamente, variano – in modo altrettanto opaco – il contenuto e l'estensione di "gli altri". Questa elasticità viene spesso sfruttata per rendere plausibile una caratterizzazione positiva di una qualche presunta identità collettiva o comunitaria, a cui contrapporre, implicitamente o esplicitamente, un'alterità caratterizzata negativamente. Tipicamente, un'asserzione della forma "Noi siamo..." (amanti della pace, tolleranti, solidali, ecc.) viene resa plausibile inducendo l'uditorio a interpretare 'noi' come riferito a chi parla e ai presenti, ma poi, quando si caratterizzano "gli altri", il riferimento di 'noi' è tacitamente esteso a una comunità molto più vasta, che a questo modo eredita - indebitamente e senza alcuna plausibilità - l'iniziale caratterizzazione positiva. Un uso più preciso e trasparente di 'noi' e 'gli altri' non comporta di per sé una condanna meno severa delle azioni e comportamenti che sono oggetto di biasimo, ma tende a dissolvere la sua valenza identitaria: le valutazioni positive e negative non sarebbero più associate a mal definite identità collettive, ma sarebbero riferite a chi ne è effettivamente responsabile.

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