Buzzati et Sciascia à l'épreuve de la torture

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2012

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Sarah Amrani, « Buzzati et Sciascia à l'épreuve de la torture », Arzanà. Cahiers de littérature médiévale italienne, ID : 10.3406/arzan.2012.1017


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Buzzati e Sciascia di fronte alla tortura. Letture di Manzoni cronista. Prendendo lo spunto dall'analisi di Manzoni (in Storia della colonna infame, 1842), sia Buzzati (ne La colonna infame, 1962) che Sciascia (nell'introduzione a Storia della colonna infame, 1973 e ne La strega e il capitano, 1986) hanno consegnato una loro personale e moderna riflessione sul processo e sulla sentenza pronunciata, nel 1630, contro gli «untori» milanesi. Sulla base di un esempio di ordinario esercizio della giustizia nel Seicento, entrambi propongono a distanza di secoli dal fatto e dalla lettura manzoniana di interrogare in un contesto contemporaneo, in funzione della propria sensibilità, le derive legate ai timori ancestrali della malattia e della morte, nonché di prendere in esame le questioni — attuali dal loro punto di vista — delle garanzie istituzionali e delle responsabilità individuali di fronte ai soprusi del potere, nella fattispecie quello giudiziario. Remoto fatto di cronaca, diventato per numerosi scrittori italiani da Pietro Verri in poi emblematico dell'accecamento della ragione collettiva, fatto esemplare per le notevoli ripercussioni avute, il processo detto degli «untori» evidenzia in Buzzati e Sciascia delle preoccupazioni civiche identiche, nonostante una ricezione risolutamente diversa dell'evento e un particolare impegno e radicamento nelle problematiche morali sollevate in modo specifico dal Novecento. Al di là di questo loro posizionamento singolare, le loro riscritture si ricongiungono per la loro portata e per l'attenzione data alla lezione manzoniana, che svela una originale vena «illuministica» meno sotterranea di quanto potrebbe prima sembrare nella tradizione letteraria italiana e in autori ritenuti del tutto opposti.

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