Note di epigrafia etrusca veiente

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1989

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Alessandro Morandi, « Note di epigrafia etrusca veiente », Mélanges de l'école française de Rome, ID : 10.3406/mefr.1989.1640


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Alessandro Morandi, Note di epigrafia estrusca veiente, p. 581-596. Da un gruppo di iscrizioni si apprendono nuovi dati sulla società, sui culti e sugli usi grafici nei santuari della Veio etrusca. Di un particolare interesse si rivela l'esame di un frammento vascolare etrusco-corinzio, dal santuario di Portonaccio, su cui appare la dedica di un personaggio di probabile origine servile ; di eguale interesse sul piano sociale è la qualifica di zinaie, probabilmente « vasaio », di un altro personaggio, appartenente alla gens dei Tulumnes. La frequentazione dei santuari veienti da parte di genti provenienti da siti anche dell'Etruria settentrionale è dimostrata dal cavallino di bucchero inscritto che reca, in una grafia non meridionale, un gentilizio molto simile a quello presente sulla fibula d'oro di Chiusi; peraltro l'attribuzione dei cavallino a Veio è ricavata da inediti documenti d'archivio (qui dati in appendice). L'ermeneutica dei testi considerati induce a circoscrivere la semantica dei verbi su base malu- e tu- ru-, rispettivamente al «fare», in senso sacro, ed al «dare».

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