Multas amaritudines filius meus mihi fecit. Conflitti intrafamiliari nell'Italia longobarda (secolo VIII)

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1999

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Cristina La Rocca, « Multas amaritudines filius meus mihi fecit. Conflitti intrafamiliari nell'Italia longobarda (secolo VIII) », Mélanges de l'école française de Rome, ID : 10.3406/mefr.1999.3729


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Cristina La Rocca, Multas amaritudines filius meus mihi fecit. Conflitti intrafamiliari nell'Italia longobarda (secolo VIII), p. 933-950. Partendo dal caso concreto di Taneldi, vedova di Pando, e della lite che durante tutta la vita essa intrattenne con il figlio Benedictus nella seconda meta del secolo VIII, il lavoro esamina i conflitti intrafamiliari sorti in seguito ai trasferimenti délia propriété fondiaria oppure di béni mobili. Esaminando la documentazione privata si nota anzitutto che soltanto sporadicamente tali conflitti giunsero a una risoluzione di fronte a un tribunale pubblico, e che, il più delle volte, essi traspaiono dalle clausole di certifïcazione contro gli eredi. Punto nodale del conflitto all'interno della famiglia è infatti il diritto potenziale di ogni figlio e figlia a ereditare il patrimonio di entrambe i genitori, e la parallela potenzialità a donare i béni pro anima a enti eccle-siastici di cui si aspira a diventare clienti. Questi ultimi, spesso strettamente integrati con le famiglie aristocratiche - se non addirittura parte integrante di esse - sono i principali destinatari di gran parte delle donazioni, che si configurano corne un investimento che privilegia una ristretta parte del gruppo familiare stesso. Tra i béni del patrimonio normalmente utilizzati con maggiore liberte spiccano quelli femminili -anzitutto la «Morgengabe» - e il patrimonio di beni mobili chiamati nelle carte lucchesi scherpa. L'ultima sezione analizza infine il rapporto, nient'affatto conflittuale, tra legge scritta e pratiche sociali, alla luce dell'evoluzione istituzionale della figura regia nel regno dei Longobardi.

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