28 juillet 2022
https://www.openedition.org/12554 , info:eu-repo/semantics/openAccess
Paolo Liverani, « Figurato e scritto », Publications de l’École française de Rome, ID : 10.4000/books.efr.40605
Documenti della piena e tarda età imperiale esaminati a partire dalla prospettiva enunciazionale servono per indagare sul rapporto tra l’immagine/testo e lo spettatore/lettore. Statue parlanti in ambito privato e funerario sono ben note (es. statua di Flavio Agricola dalla Necropoli Vaticana, stele di [Sc]andilia [Pa]mphila da Durazzo). Assai più rare quelle che utilizzano il « tu » in ambito pubblico. Questo perché le dediche sono poste da un dedicante, che interviene tra onorato e pubblico. Una serie di esempi (iscrizione di Graziano, dediche di Abthugni, di Taziano, discorso di Costantino sulla facciata di S. Pietro) mostra diverse strategie per aggirare il divieto imposto all’onorato vivente di parlare direttamente al pubblico. Un eccezione tarda è l’auriga Porphyrius, quando le statue onorarie sono estremamente rare e l’ambito – quello sportivo – segue regole probabilmente difformi da quelle ordinarie.