L’eredità di La Blanchère: archeologia del paesaggio in terra pontina

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24 janvier 2020

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Peter Attema, « L’eredità di La Blanchère: archeologia del paesaggio in terra pontina », Publications de l’École française de Rome, ID : 10.4000/books.efr.5980


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Sulla scorta delle riflessioni scaturite dall’analisi del lavoro svolto da Marie-René de La Blanchère nelle terre pontine, questo contributo affronterà aspetti relativi alla storia, allo sviluppo e alle prospettive future dell’archeologia del paesaggio del Mediterraneo in un’ampia prospettiva interdisciplinare. A tal fine, si evidenzierà l’importanza che la Scuola delle Annales riveste nel quadro dell’archeologia del paesaggio per la sua funzione di convogliare i dati derivanti da singoli progetti di archeologia del paesaggio su scala regionale nel contesto più ampio del Mediterraneo. Riguardo al contributo di La Blanchère, sottolineerò in special modo la tesi centrale della sua analisi, vale a dire la tesi secondo la quale le terre pontine sono caratterizzate nell’antichità da un paesaggio intensivamente abitato e produttivo, un dato che, da una prospettiva storica, è stato sottolineato da Filippo Coarelli e confermato dalle attuali ricerche archeologiche del paesaggio nelle terre pontine.

Departing from the work of Marie-René de La Blanchère in the Pontine Region (Central Italy), this paper discusses aspects of the history, developments and future of Mediterranean landscape archaeology from a broad interdisciplinary perspective. It emphasizes the importance of Annales scholarship for Mediterranean landscape archaeology as a means to structure the data procured by individual regional landscape archaeological projects. More specifically with respect to the work of La Blanchère, the paper highlights his central thesis that the Pontine Region in Roman times was an intensively exploited landscape, a fact that has been stressed by Filippo Coarelli from a historical perspective, a view that is corroborated by modern archaeological research of the Pontine landscape.

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