13 février 2020
https://www.openedition.org/12554 , info:eu-repo/semantics/openAccess
Emanuele Greco, « 4. Indigènes et Grecs à Lemnos à la lumière des fouilles d’Hephaestia », Publications du Centre Camille Jullian, ID : 10.4000/books.pccj.859
Un discreto corpus di fonti letterarie, mitografiche, storiche ed epigrafiche riguardanti le vicende dell’isola di Lemno, resa immortale dal Filottete di Sofocle, può esser messo a confronto con una documentazione archeologica divenuta particolarmente abbondante negli ultimi tempi. La scoperta di un abitato del Bronzo Recente può ora dare concretezza storica all’attestazione di Lemnii nelle tavolette di Pilo e di Crosso. Un altro indicatore fondamentale è costituito dalla cessazione delle importazioni di ceramica micenee (che comunque continua ad essere imitata localmente) e dalla presenza massiccia di ceramica grigia di tipo anatolico ben nota sul continente di fronte, a partire da Troia. Si tratta di una cesura netta che segnala la nascita di una nuovo tipo di società, la stessa che seppellisce i morti nella necropoli ad incinerazione, in uso dal sec. VIII a. C., indagata dalla Scuola Italiana negli anni ’30. Ad un fase più avanzata (VII sec. a. C) risale la costruzione di un massiccio muro di cinta in grossi blocchi appena sbozzati. Infine, al VI secolo a. C si data una serie di edifici di culto (se ne contano quattro finora) caratterizzati dalla presenza di ampie sale destinate probabilmente a riti iniziatici.. Questo mondo cessa bruscamente si esistere (si tratta dell’aspetto più evidente che emerge dalla ricerca archeologica) con l’arrivo degli Ateniesi agli inizi del V secolo a.C.