20 juin 2019
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Maria Pia De Paulis Dalembert, « Giovanni Papini: poesia e attività letteraria sul fronte interno », Cahiers de la Méditerranée, ID : 10.4000/cdlm.9760
All’inizio della Grande Guerra, Giovanni Papini è uno dei rari intellettuali riformati per ragioni di salute. Lontano da una guerra che ha voluto e difeso con forza tra l’agosto del 1914 e il maggio del 1915, Papini rimane pressoché solo a Firenze e mantiene i contatti con i compagni andati al fronte, specie con Argengo Soffici, parlando delle attività letterarie e del dibattito politico che svolge dalle pagine della rivista La Voce e dei quotidiani Il Resto del Carlino (Bologna) e Il Tempo (Roma). La sua passione per questa guerra in cui si oppongono civilisation e Kultur si traduce in una poesia estranea alla Storia attuale. La poesia orfica di Papini, espressione delle bellezze naturali toscane, caratterizzata da una musicalità pura, rappresenta un “io” immerso nella solitudine della campagna, al cospetto della vastità dell’universo. Essa esprime l’essenza del genio mediterraneo dal quale la guerra attinge significato e giustificazione.