16 novembre 2015
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Michelangela Di Giacomo, « Pci e migrazioni interne nella Torino del “miracolo” », Diacronie, ID : 10.4000/diacronie.2938
L’articolo si prefigge lo scopo di descrivere i mutamenti dell’elaborazione teorica e dell’azione politica del Pci nei confronti del fenomeno delle migrazioni interne degli anni ’60. Il punto di vista è la Torino capitale dell’automobile, in cui l’afflusso di grandi masse di nuova popolazione di origine meridionale impose trasformazioni del tessuto sociale, economico e urbanistico della città, obbligando tutti i soggetti politici a confrontarsi con quei mutamenti. La tesi che vi si sostiene è che il Pci, interessato inizialmente agli immigrati per ragioni elettorali e di radicamento organizzativo, sviluppò poi un’attenzione crescente, identificandoli come un gruppo sociale a sé stante con esigenze peculiari. Da ciò derivò una linea duplice, che voleva, nelle fabbriche, fonderli con la classe operaia locale nelle comuni rivendicazioni anti-padronali e, in città, valorizzarne le ragioni di malcontento e porsi come difensore di tali specifiche rivendicazioni.