26 juin 2018
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Vito Mancuso, « Il principio protestante e la sua dialettica », Rivista di estetica, ID : 10.4000/estetica.3331
L’articolo mette in luce due paradossi, il primo dei quali è dato dal fatto che proprio in quelle terre dove si affermò la radicale impostazione anti-umanistica del protestantesimo ebbe a scaturire una straordinaria fioritura dell’umano fino alla consacrazione della libertà come principio della ricerca scientifica e del vivere civile. Il secondo paradosso è dato dalla manifestazione in quelle stesse terre meno di un secolo fa dell’ideologia nazista. La tesi sostenuta è che il principio protestante di fatto affermatosi nella coscienza europea consiste non tanto nella teoria teologica della giustificazione (sola Gratia, sola Fide, sola Scriptura) quanto nella affermazione filosofica e politica della libera coscienza personale, il cui evento decisivo fu la dichiarazione di Lutero alla Dieta di Worms. Ma proprio il carattere abissale della libertà e il destino di interpretazione infinita cui la consegnò Lutero sono anche all’origine di quel disagio della coscienza e dell’esistenza da cui sorse il malessere che portò al totalitarismo.Nel sostenere la tesi enunciata l’articolo si struttura secondo quattro movimenti: 1) argomentazione sul carattere radicalmente anti-umanistico del protestantesimo; 2) argomentazione sui notevoli effetti umanistici storicamente prodotti dalla Riforma protestante; 3) argomentazione sulle possibili connessioni tra il terreno preparato dalla Riforma nella società tedesca e il sorgere in essa dell’ideologia nazionalsocialista; 4) considerazioni finali sulla dialettica della libertà umana.