Biodiversity: Regarding Its Role as a Bio-indicator for Human Cultural Engagement

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2 février 2016

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Sue Spaid, « Biodiversity: Regarding Its Role as a Bio-indicator for Human Cultural Engagement », Rivista di estetica, ID : 10.4000/estetica.342


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Résumé En It

After wondering why environmental aestheticians tend to undervalue biodiversity as an indicator of nature’s well-being, I discovered that Philosophy and Science are in a face off regarding biodiversity’s utility. For the most part, philosophers meet science’s confidence regarding biodiversity with skepticism. Rather than get bogged down in technical disagreements between scientists and philosophers over the possibility of measuring and utilizing biodiversity, this paper sidesteps that conflict by turning to the relationship between biodiversity and cultural engagement. By describing: the link between spoken languages and species diversity, the significance of cultural differences, the role of cities and remote communities in encouraging and safeguarding biodiverse habitats, and the heterogeneous nature of difference itself when determining biodiversity; I effectively demonstrate how human beings who value their own culture protect nature, which reveals the most important reason to value biodiversity. Biodiversity may be impossible to track, extremely difficult to measure, and shares no correlation with stability, yet no other yardstick indicates cultural proliferation. This paper surveys three ways in which biodiversity can serve as a bio-indicator for human cultural engagement, just as lichens are bio-indicators for air pollution, ozone depletion, and metal contamination.

Dopo essermi interrogata in merito al perché gli studiosi che si occupano di estetica ambientale tendono a sottovalutare il valore della biodiversità in quanto indicatore dello stato di salute della natura, ho realizzato che la filosofia e la scienza si trovano in disaccordo circa l’utilità della biodiversità. Per la maggior parte, i filosofi guardano alla fiducia della scienza nei confronti della biodiversità con scetticismo. Anziché soffermarmi sul disaccordo tra scienziati e filosofi circa la possibilità di misurare e utilizzare la biodiversità, questo articolo aggira il conflitto, rivolgendosi invece alla relazione tra biodiversità e impegno culturale. Descrivendo il possibile legame tra linguaggi parlati e diversità specifica, l’importanza delle differenze culturali, il ruolo delle città e delle comunità in luoghi remoti nel promuovere e salvaguardare habitat biodiversi, e la natura eterogenea della differenza stessa nel momento in cui si tratti di determinare la biodiversità, mostro come gli esseri umani che conferiscono valore alla propria cultura proteggano la natura, cosa che si rivela tra le principali ragioni per conferire valore alla biodiversità. La biodiversità può anche rivelarsi impossibile da identificare, estremamente difficile da misurare, e non legata alla stabilità. Eppure, nessun altro parametro indica la proliferazione culturale. Questo articolo esamina tre modi in cui la biodiversità può servire come un bio-indicatore per l’impegno culturale, proprio come i licheni sono bio-indicatori dell’inquinamento dell’aria, della riduzione dell’ozono, e della contaminazione da metalli.

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