Condividere un’emozione

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19 avril 2016

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Alessandro Salice, « Condividere un’emozione », Rivista di estetica, ID : 10.4000/estetica.595


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Negli ultimi anni, un dibattito sempre più intenso si è sviluppato attorno alla nozione di intenzionalità collettiva o intenzionalità del noi. In questo dibattito, che coinvolge non soltanto la filosofia, ma anche molte discipline empiriche, emergono domande quali la possibilità di condividere attitudini cognitive (credenze, atti di accettazione…) o di natura conativa (intenzioni, desideri…) da parte di una pluralità di individui. Eppure, solo di recente l'interesse si è rivolto verso la condivisione di emozioni, tema peraltro già caro a buona parte della tradizione fenomenologica.Posto però che una molteplicità di individui sia in grado di condividere emozioni, qual è il significato da assegnare al termine di “condivisione”? Deve intendersi letteralmente nel senso che, quando una molteplicità di individui condivide una emozione, tutti i soggetti coinvolti provano una (numericamente, una) emozione? O si tratta di una molteplicità di emozioni di cui i vari soggetti sono mutualmente a conoscenza? O ancora, si tratta forse di una molteplicità di emozioni che stanno in una relazione di interdipendenza fra di loro?In questo articolo si descrivono brevemente alcuni degli approcci sviluppati in materia nella letteratura. Pur mantenendo una posizione neutrale su quale approccio sia il più promettente, si sottolinea che la possibilità di condividere emozioni è di importanza fondamentale per il nostro vivere sociale in quanto potrebbe stare alla base di forme più complesse di intenzionalità collettiva.

Over the past few years, an increasingly intense debate has developed around the notion of collective intentionality (or we-intentionality). This debate, which involves not only philosophy but also many empirical disciplines, raises questions such as the ability of a plurality of individuals to share cognitive attitudes (beliefs, acts of acceptance...) or attitudes of conative nature (intentions, desires...). Yet, only recently there has been an interest in the sharing of emotions, which is already an important subject to most of the phenomenological tradition. However, assuming that a large number of individuals are able to share emotions, what meaning should be assigned to the term "sharing"? Must it be interpreted literally in the sense that, when a plurality of individuals shares an emotion, all involved subjects feel a (numerically one) emotion? Or is it a multiplicity of emotions that the various parties are mutually aware of? Or, again, is it maybe a multiplicity of emotions in an interdependent relationship with each other? This article briefly describes some of the approaches developed in literature on this subject. While maintaining a neutral position as for which approach is the most promising, I emphasize that the ability to share emotions is crucial to our social life, as it could be the basis of more complex forms of collective intentionality.

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