The « Piazzale delle Corporazioni » reconsidered

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21 juillet 2014

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Taco T. Terpstra, « The « Piazzale delle Corporazioni » reconsidered », Mélanges de l’École française de Rome - Antiquité, ID : 10.4000/mefra.2042


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Résumé En It

This paper analyzes an Ostian monument, the so-called piazzale delle corporazioni, arguing that it is less unique than it seems now if put in architectural context. The paper includes a discussion on the building’s prior use as a theater colonnade, comparing it to the porticus Pompeiana and the crypta Balbi in Rome. It further compares it to the « gladiators’ barracks » in Pompeii, a space also used as a theater colonnade and subsequently employed for different purposes. The paper proposes that the piazzale was a building where ethnic networks of foreign traders and shipmasters connected with the Ostian business community as a way to overcome preindustrial constraints on long-distance trade. It concludes that, based on the view of the piazzale as a place facilitating inter-community exchange, dedication to the imperial cult is the most plausible suggestion for the piazzale temple.

Questo articolo analizza un monumento Ostiense, il cd. « piazzale delle corporazioni », sostenendo che l’edificio è meno unico di quanto sembri. L’articolo discute l’uso dell’edificio quale portico del teatro, i cui confronti più ovvi sono la porticus Pompeiana e la crypta Balbi a Roma. Inoltre, esso si lascia confrontare con la cd. « caserma dei gladiatori » a Pompeii, un edificio anch’esso costruito quale portico del teatro e usato nel corso del tempo per scopi diversi. Si propone qui l’ipotesi che il « piazzale » sia stato un edificio dove comunità di mercanti stranieri associati su base etnica o per la propria origine avessero intercorso con la communità commerciale di Ostia, al fine di garantire in tale modo il corretto funzionamento del commercio su lunga distanza. Si conclude infine che, seguendo l’interpretazione del « piazzale » come luogo di incontro commerciale, il tempio al centro del « piazzale » si possa interpretare come dedicato al culto imperiale.

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