9 juin 2015
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Angelo Bottini, « La ceramica a figure rosse di Metaponto nella mesogaia lucana fra V e IV secolo a. C. », Mélanges de l’École française de Rome - Antiquité, ID : 10.4000/mefra.2678
La prima parte dell’articolo amplia il precedente catalogo dei vasi a figure rosse di produzione metapontina giunti nei territori interni della Basilicata con quelli rinvenuti o ristudiati negli ultimi decenni ; in totale si contano così 23 esemplari, senza considerare gli skyphoi « a civetta » (almeno 15) : 13 appartengono alle officine dei Pittori di Pisticci e di Amykos, 5 al gruppo dei Pittori dell’Anabates, Creusa e Dolone. In seguito, si propone l’analisi sia della distribuzione geografica di tali ceramiche che dei contesti tombali in cui erano inseriti, osservando in primo luogo che si tratta in prevalenza di vasi singoli, perlopiù crateri. Alcune riparazioni antiche indicano che la loro acquisizione è avvenuta in un momento precedente quello della deposizione in tomba : si avanza quindi qualche riflessione a proposito della composizione dei corredi funerari, che mostrano sensibili differenze. In area daunia (Canosa, Lavello) si segnala, infatti, l’inserimento in corredi femminili di altissimo livello, mentre in territorio nord-lucano (Ruvo del Monte, Serra di Vaglio) emerge il probabile significato salvifico delle scene di ratto ; al contrario, i corredi rinvenuti altrove non sono riconducibili a modelli precisi, specie quelli riferibili ai Lucani. In appendice sono infine elencati altri otto vasi rinvenuti a Rivello - Serra la città, in un contesto culturale diverso da quello della mesogaia, e di cui è necessario approfondire l'inquadramento filologico in relazione al più generale problema del « Gruppo intermedio ».