18 décembre 2013
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Marina Romani, « Pegni, prestito e condotte (Italia centro settentrionale secc. XIV-XVI) », Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, ID : 10.4000/mefrm.1386
Il banco feneratizio, e il prestito su pegno, rappresentarono gli elementi che permisero agli ebrei di reincunearsi con successo entro l’economia cristiana successivamente alle limitazioni imposte dal IV Concilio Lateranense. Nei secoli del basso Medioevo il prestito dietro garanzia di beni mobili, e le transazioni che potevano collocarsi a monte e a valle di tale operazione permisero la democratizzazione almeno parziale (come del resto rimane oggi), dell’accesso al credito mentre la fungibilità tra gli oggetti ed il denaro fu la chiave che consentì, in un quadro strutturalmente deflativo, che gli scambi conservassero una certa consistenza. Il prestito su pegno rispondeva a molteplici esigenze : per i mutuatari costituì la leva per costituirsi una provvista di liquidità, per il creditore rappresentava la garanzia a copertura dell’obbligazione pendente sia che questa esitasse da una transazione tra privati, sia che derivasse (ad esempio) da inadempienze fiscali. Questo secondo circuito, per definizione « pubblico », poteva fare capo alle Camere dei pegni o ad un massarolo che presso alcuni stati, come quello estense o mantovano del XV secolo (analizzato in questa sede), poteva essere un ebreo. Il primo circuito invece, indipendentemente dalle modalità di gestione dei pegni non riscattati, rappresentava la chiave per agevolare il radicamento della residenza e/o del business delle famiglie ebraiche : a partire dalla vicenda di un singolo feneratore si traggono così alcuni spunti per declinare la questione della mobilità (o della stabilità) dell’elemento diasporico alla luce delle dinamiche economiche ed interpersonali generate dall’esercizio del prestito al consumo. Il credito viene analizzato in questa sede come relazione idonea a determinare e a consolidare -in una società in cui tutti erano strutturalmente, contemporaneamente e di norma vicendevolmente creditori e debitori- una specifica « solidarietà organica » alimentata legami densi e ricorsivi inadatti per il loro stesso carattere ad essere inscatolati nel perimetro cronologico della condotta definito astrattamente a priori, e spesso a monte, della loro formazione.