Tradition or revolution? The difficult "turning point" in Italian Children’s Literature

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15 mai 2018

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Anna Antoniazzi, « Tradition or revolution? The difficult "turning point" in Italian Children’s Literature », Strenae, ID : 10.4000/strenae.1919


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Résumé En It

The 1960s and 1970s in Italy was a complex period, full of often contrasting stimuli from different directions. The imaginary worlds of children participated in what was happening at a social and cultural level, albeit in a more muted way. By analysing sources from the publishing world, TV programmes for children and other mass media, it is possible to identify a profound ambiguity and ambivalence in the material proposed. On the one hand there was an abundance of writers, artists and thinkers ready to place childhood at the very centre of educational processes, attributing to it a heretofore unthinkable autonomy and dignity. On the other, it is possible to sense in many narrators a firm retreat into tradition, conservatism and the maintenance of a status quo based on stories of “fine sentiments”, filial love and containment of emotions…Even though there was much distance between these contradictory visions, their incongruity was able to spark new curiosities in (perhaps not only) children, to suggest new existential questions and open up new interpretive perspectives.

Gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso rappresentano, per l'Italia, un periodo complesso, ricco di stimoli provenienti da direzioni diverse, spesso tra loro contrastanti. Anche l'immaginario infantile, sebbene, apparentemente, più in sordina, è partecipe di quanto accade a livello sociale e culturale. Analizzando fonti provenienti dall'editoria, dalla programmazione televisiva rivolta ai bambini e da altri mass-media, si scorge una profonda ambiguità e ambivalenza nelle proposte. Da un lato troviamo una copiosa schiera di scrittori, artisti, pensatori pronta a porre l'infanzia al centro stesso dei processi educativi, riconoscendole un'autonomia e una dignità fino ad allora impensabili; dall'altro lato, invece, si avverte da parte di molti narratori, un profondo ripiegamento sulla tradizione, sulla conservazione, sul mantenimento di uno status quo basato sul racconto dei "buoni sentimenti", della devozione filiale, del contenimento delle emozioni, ... Benché si tratti di visioni quasi ossimoriche, tanto sono distanti una dall'altra, la loro incongruità è stata in grado di accendere nei bambini (e, forse, non solo in loro) nuove curiosità, di suggerire nuove domande esistenziali, di aprire nuove prospettive interpretative.

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