Il processo per la canonizzazione di San Nicola da Tolentino

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Quando il 23 maggio 1325 il papa Giovanni XXII autorizza l'apertura di un'inchiesta al fine di veritìcare l'autenticità della santità del frate agostiniano Nicola da Tolentino, morto venti anni prima, la procedura del processo di canonizzazione è ormai ben avviata e i commissari incaricati dell'inchiesta possono mettersi senza timore al lavoro. Il loro compito consiste essenzialmente nel raccogliere testimonianze in grado di chiarire sotto ogni aspetto la personalità del candidato agli altari e di attestare la venerazione di cui già gode per la fama di santità come anche per i miracoli compiuti sia in vita che dopo la morte. Tra il 23 luglio e il 28 settembre 1325, 365 testi compaiono così davanti ai commissari e ai notai, che tengono le loro sedute soprattutto a Tolentino, ma che si recano anche a S. Ginesio, Camerino, S. Severino e Macerata: signori ο contadini, membri delle classi dirigenti ο del popolo minuto di questi piccoli centri urbani, tutti lasciano trasparire attraverso le loro deposizioni sulla vita, sull'operato e sui miracoli di S. Nicola, testimonianze più profonde che rimandano per lo più alla realtà vissuta dei rapporti sociali e delle credenze religiose. Qui serza dubbio risiede l'importanza principale del documento che viene ora pubblicato, nella luce che esso proietta su regioni generalmente poco accessibili di un universo mentale dove spiccano i problemi della vita e della morte, dei rapporti tra questo mondo e quello dell'al di là e del ruolo svolto dai santi come intermediari tra i due mondi. Una introduzione e note storiche brevi e precise, un intreccio molto completo di indici e di cartine geografiche accompagnano la pubblicazione integrale del processo del 1325, rimasto finora inedito.