2008
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Stefania Nanni, « Confraternite romane nel Settecento. Spazi e forme delle cerimonie », Publications de l'École Française de Rome (documents), ID : 10670/1.4s42w0
Lo spazio governato del sacro nel Settecento romano è indagato a partire dalle cerimonie di secondo ordine, celebrate capillarmente sul territorio urbano dalle confraternite : una società concreta che, nei rituali devoti cerca risposta alle proprie attese spirituali, psicologiche, sociali e ad una domanda religiosa che, sempre più distratta e diffidente, richiede una individualizzazione del sentimento religioso e occasioni di impegno personalizzate. Tale sociabilità devota è via via sempre più intrusiva ed invadente sullo spazio urbano ; sconfina dagli spazi tradizionali delle compagnie e dilaga nei rioni, sfila in processione con abiti e insegne, accende ceri nella notte, intona litanie e cantici, si impegna per abbellire le proprie sedi, affina segni e rituali ; si ingloba in un disegno complessivo della città devota capitale della cristianità. In questo scenario, che si esprime all’ombra di protettori laici ed ecclesiastici e di devozioni dalla forte valenza simbolica e politica, la musica assume un ruolo sempre più decisivo, per il suo potere di enfatizzare il peso emotivo del rito e i sentimenti di appartenenza e al tempo stesso di richiamare la valenza ludica delle scadenze religiose e il tempo metastorico della festa in cui le differenze di ceto, genere e generazioni sembrano non esistere.