Matematica e ortodossia nel tardo '500. L'esempio dei gesuiti napoletani

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1999

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Romano Gatto, « Matematica e ortodossia nel tardo '500. L'esempio dei gesuiti napoletani », Publications de l'École Française de Rome, ID : 10670/1.5dqijq


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La Quaestio de certitudine mathematicarum fu un aspetto particolarmente interessante dell'appassionato dibattito che, a partire dalla metà del '500, si aprì in vari centri d'Italia circa i rapporti della matematica col resto della filosofia naturale. Si trattò di un dibattito importante che servì a porre le premesse per una ridefinizione del termine «scienza». Come si dimostra in questo intervento, a questo dibattito parteciparono anche istituzioni napoletane, prima fra tutte il collegio gesuitico. Qui si prendono in considerazione alcune tesi discusse pubblicamente nel 1568 dal professore di filosofia del collegio, e i discorsi inaugurali - In laudem mathematicarum scientiarum - pronunciati, tra il 1594 e il 1595, dal professore di matematica Vincenzo Figliucci. Questi ultimi, animati da forte vis polemica nei confronti dell'aristotelismo dominante, rappresentano un esempio quanto mai eloquente del tentativo che in quel periodo si andò operando da parte di matematici dell'Ordine di dimostrare la superiorità della matematica rispetto al resto del- la filosofia naturale fondando i propri argomenti su una lettura in chiave cristiana del neoplatonismo. Ma a rendere più interessanti queste orazioni è il fatto che in esse Figliucci, spingendosi ben oltre i confini di una siffatta rilettura, costruì una vera e propria «teologia della matematica».

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