Candelabrum lucem ferens. Il prestito del Monte di pietà nel pensiero dei giuristi Benedetto Capra e Baglione dei Montevibiani

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Subito dopo la creazione nel 1462 a Perugia del primo Monte di Pietà i giuristi intervennero nel merito della questione suscitata dalla richiesta di rimborso delle spese. Dai Consilia di Benedetto Capra e di Baglione dei Montevibiani si ricava la consapevolezza della novità dell’istituzione che per essere accettata nella parte più discussa della sua operatività (la richiesta dell’interesse-rimborso) andava ricondotta alla tradizione giuridica. Quest’ultima riconosceva agli addetti a un servizio il diritto al salario e ammetteva che il costo di un servizio fosse a carico di chi lo godeva. La novità principale del Monte consisteva nella disponibilità da parte della comunità cittadina ad erogare credito ai poveri meno poveri senza ricavarne vantaggio ma anche senza danno. Gli addetti al prestito, che non erano volontari erogatori di beneficenza, andavano perciò retribuiti dai clienti. La posizione dei giuristi contribuì ad aumentare la luminosità del «candelabrum lucem ferens » , termini impiegati dall’estensore del Consilium del collegio dei giuristi perugini, vale a dire del Monte di Perugia destinato ad essere il primo di una lunga serie.