Segnali architettonici e riconoscibilità politica di un territorio

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1989

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Vittorio Franchetti Pardo, « Segnali architettonici e riconoscibilità politica di un territorio », Publications de l'École Française de Rome, ID : 10670/1.9ccatc


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Vittorio Franchetti Pardo, Segnali architettonici e riconoscibilità politica di un territorio, p. 727-739. La storia delle città rivela spesso, nelle opere architettoniche, la presenza di veri e propri « sistemi decorativi ». I quali, espressioni delle scelte della committenza, consistono nell'adozione di speciali combinazioni di elementi edilizi, nell'accoglimento di talune consuetudini formali, procedurali, esecutive ecc. Tramite l'architetto, l'ingegnere, i decoratori ed altre maestranze di fiducia della committenza tali sistemi assumono il valore di precisi e riconoscibili « segnali » volti a manifestare una determinata strategia politico-territoriale. Nelle città europee questo fenomeno è rintracciabile con chiarezza nel periodo tra XII-XIII secolo e prima età borghese protoindustriale. Dopo un breve accenno ai comportamenti delle classi dominanti della Napoli seicentesca e della Pistoia cinquecentesca relativamente appunto all'adozione di loro peculiari « sistemi » e « codici » architettonici, è qui analizzata più da vicino la vicenda di alcune città toscane del tardo medioevo ; in particolare Firenze, Siena, Pisa. Si dimostra che queste città hanno fatto espresso uso di loro peculiari « sistemi » per marcare così la perimetrazione e l'estensione dei territori da loro dominati. Tale comportamento assumeva un carattere ancor più politico quando una città dominante riusciva ad impossessarsi di altra importante città. Qui viene analizzato il rapporto fra Firenze e Pisa : la prima ha imposto il suo « sistema» ed i suoi « codici » alla seconda, per esempio nelle fortificazioni ristrutturate dopo la conquista.

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