La viabilità nei dintorni di Roma fra tarda Antichità e primo Medioevo

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2003

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Arnold Esch, « La viabilità nei dintorni di Roma fra tarda Antichità e primo Medioevo », Publications de l'École Française de Rome, ID : 10670/1.i894ui


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La domanda principale è come la fine dell’Impero romano abbia mutato la funzione e le condizioni delle strade consolari. La regolare manutenzione (descritta ancora in un mandato redatto da Cassiodoro sull’esempio della via Flaminia) sembra cessare con l’ultimo terzo del VI secolo. Se lungo la via Cassia si incontrano già a Sutri o a Viterbo i Longobardi, non è meglio rendere inagibile la strada piuttosto che mantenerla percorribile ? Le strade romane ora perdono di vista la loro originale meta lontana, si orientano in compartimenti più limitati, subiscono la forza d’attrazione magnetica delle prime sedi vescovili. Comunque rimanevano con il loro nome antico nella coscienza collettiva soprattutto per l’ubicazione delle tombe dei martiri e per l’accesso ai patrimonia della Chiesa situati nel Suburbium. Questo processo di cambiamento viene analizzato sull’esempio della via Appia, via Severiana, via Cassia, e della via Amerina che ora, dal momento dell’invasione longobarda del tardo VI secolo, guadagna importanza diventando, con la parallela via Flaminia, un «corridoio bizantino » tra Roma e Ravenna.

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