Ibridi e polifonia, binarismo e norma nelle vicende di Eraide e Callò secondo Diodoro (XXXII 10-12)

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1 janvier 2021

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Morena Deriu, « Ibridi e polifonia, binarismo e norma nelle vicende di Eraide e Callò secondo Diodoro (XXXII 10-12) », Eugesta - Revue sur le genre dans l'Antiquité, ID : 10.54563/eugesta.91


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A conclusione del XXXII libro della Biblioteca, Diodoro narra di Eraide, che divenne Diofanto (10.2-9), di Callò, che diventò Callon (11.1-4), e di altre figure protagoniste di avvenimenti analoghi (12.1) occorsi fra la metà del II secolo a.C. e il I a.C. Scopo del contributo è proporre un’analisi di queste rappresentazioni al fine, in primo luogo, di metterne in evidenza la polifonia e, in secondo luogo, di estrapolare da tali ritratti la posizione dell’autore stesso. Nella prospettiva diodorea, infatti, decodificare le due vicende nel senso della verità implica ricondurre tutti i corpi nel solco del binarismo, negando la possibilità che figure ibride possano esistere (12). Inoltre, lo studio dei termini e della lingua utilizzati dallo storico permetterà di mettere in evidenza alcuni aspetti funzionali a svelare il momento in cui Diofanto e Callon furono riconosciuti come uomini, facendo riferimento anche ai processi di costruzione delle idee di maschilità nel mondo antico e non solo. Infine, riconoscere la concezione binaria sostenuta da Diodoro implicherà anche assumere una posizione critica verso quegli studi che hanno cercato spesso di definire Eraide e Callò attraverso i concetti di intersessualità e pseudoermafroditismo. Apparirà comunque possibile (pur non senza problematicità) considerarne le vicende come i due casi più antichi di ‘transizioni’ nella letteratura greca antica al di fuori del mondo del mito: se le loro trasformazioni sono accadute, per l’autore è solo perché una verità a lungo nascosta sarebbe venuta alla luce e, in seguito a ciò, il processo di transizione e ‘normalizzazione’ sociale avrebbe avuto luogo.

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