1 mars 2014
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Francesco Dandolo, « Viticoltura e produzione vinicola in Italia nel Mezzogiorno d’Italia in età liberale », Territoires du vin, ID : 10670/1.lb1z1s
Tra la metà dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento le campagne dell’Italia meridionale sono coinvolte in importanti processi di cambiamento colturale. Tra i tratti più palesi di queste trasformazioni è il forte e repentino incremento dei vigneti e della produzione vinicola. Crescita che in larga parte si spiega con l’esigenza impellente della Francia di importare notevoli quantità di produzione vinicola a causa del rapido diffondersi delle infezioni fillosseriche. Si tratta, però, di mutamenti che rivelano la loro fragilità in occasione della denuncia del trattato commerciale con la Francia nel 1886-87. Così all’espansione subentra la crisi, aggravata dalla rapida diffusione delle infezioni fillosseriche in Sicilia e in Puglia, due delle regioni più densamente viticole del Mezzogiorno d’Italia. Conseguenza è che alla viglia della Prima guerra mondiale, quando ormai è al tramonto il periodo dell’italia liberale, la geografia viticola delle regioni meridionali è di gran lunga mutata e ridimensionata, anche a causa della carenza di solide reti associative in grado, da un canto, di orientare su basi innovative la produzione vinicola, dall’altro di frenare il propagarsi delle infezioni fillosseriche nei vigneti delle campagne meridionali. Il contributo mira a delineare le fasi cruciali di queste intense trasformazioni mediante l’utilizzo di una vasta e diversificata documentazione reperita principalmente presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma e lo spoglio delle riviste e della folta pubblicistica in materia, nell’intento di fornire al dibattito internazionale sulle questioni viticole e vinicole nuovi elementi di conoscenza di una delle aree europee più interessanti ma anche meno esplorate nella prospettiva dello sviluppo delle colture arboree, quale è appunto il Mezzogiorno d’Italia.