2007
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Stefano Tabacchi, « L’amministrazione temporale pontificia tra servizio al papa ed interessi privati (XVI-XVII) », Publications de l'École Française de Rome, ID : 10670/1.n9vcu5
Nel Seicento l’amministrazione pontificia aveva ormai acquisito una consistente capacità di intervenire sulla realtà composita dello Stato. Alla standardizzazione delle procedure amministrative non erano però corrisposti analoghi mutamenti nella cultura politica dei detentori degli uffici, che articolavano la loro attività secondo una molteplicità di parametri : cultura dell’ufficio, redditività economica, fedeltà personale, interessi familiari. Questo intervento analizza il problema del rapporto dei detentori delle cariche con i loro uffici sotto il profilo economico, affrontando il discusso tema del rapporto tra pubblico e privato nell’Italia moderna. In particolare, si sono selezionate due aree : il personale che sedeva nelle congregazioni del Buon Governo e della Consulta ed alcune figure del l’amministrazione periferica (governatori e i tesorieri provinciali). Nel primo caso, si osserva come il personale delle congregazioni, pur dotato di una coscienza della propria funzione di servizio, non si sentiva legato al sovrano da un rapporto che trovasse nello stipendio una propria visibile espressione. Erano semmai le risorse della Chiesa (canonicati, pensioni etc.) a cementare il rapporto di fedeltà con il sovrano. Nel secondo caso, la situazione è più complessa : mentre per i governatori il concetto di servizio al papa svolgeva un ruolo importante, l’amministrazione finanziaria periferica costituiva soprattutto un terreno di incontro tra gli interessi di appaltatori locali e forestieri ed il papato.