The Epistemology of Doctoral Education: Manner or Revolution? L'epistemologia della formazione dottorale: Maniera o rivoluzione? En It

Résumé En It

Italian doctoral education in the pedagogical field faces the general condition of graduates in the social sciences: EQF 6 and EQF 7 (bachelor's and master's) courses do not always train students in research. This lack of training does not manifest in terms of scientific writing, but rather in communication. The latter occurs in an academic context dominated by what this paper defines as 'the manner', that is, the neopositivistic modus operandi for the drafting and distribution of scientific studies. Hence, the two horns of the dilemma: if the doctoral student does not learn to be mannerist, they risk exclusion; however, the manner itself marginalizes the creativity and eccentricity typical of heuristic phenomena in science. By reconsidering this issue in light of the epistemological shifts of the twentieth century, it is possible to redefine doctoral education in terms of an idea of science as the result of an exercise in discursive rationality.

La formazione dottorale italiana in ambito pedagogico si scontra con la condizione generale dei laureati nell’ambito delle scienze sociali: i corsi EQF 6 ed EQF 7 (triennale e magistrale) non sempre formano alla ricerca. Quest’ultima carenza formativa non si ripropone in termini di scrittura scientifica, bensì di comunicazione. Quest’ultima avviene in un contesto accademico dominato da quella che il presente contributo definisce ‘la maniera’, cioè il modus operandi neopositivistico per la redazione e distribuzione degli studi scientifici. Di qui, i due corni della questione: se non apprende a essere manierista, il dottorando rischia l’esclusione; la maniera stessa, però, marginalizza la creatività e l’eccentricità tipica dei fenomeni euristici nella scienza. Ricollocando tale problematica alla luce delle svolte epistemologiche del Ventesimo Secolo, è possibile ridefinire la formazione dottorale alla luce di un’idea di scienza come risultato di un esercizio di razionalità discorsiva.