Generi, temi e motivi nella prassi poetica e imitativa dei lirici del Cinquecento

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1 juillet 2021

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Amelia Juri, « Generi, temi e motivi nella prassi poetica e imitativa dei lirici del Cinquecento », Serveur académique Lausannois, ID : 10670/1.pu4v1d


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Il saggio affronta il problema dell’identificazione dei temi e dei generi in poesia in relazione al caso della lirica cinquecentesca, con il duplice obiettivo di proporre degli strumenti analitici e di mostrare la natura eminentemente retorica della poesia di questo periodo. L’assunzione di tale punto di vista deriva dalla convinzione che la lirica petrarchista non possa essere studiata in chiave esclusivamente formale e che sia necessario considerare i testi come l’esito dell’interrelazione di tre piani, la biografia, i codici o i modelli socio-culturali e letterari e la realizzazione artistica (individuale). In questo senso viene offerta un’analisi della canzone più famosa e importante di tutto il Cinquecento, Alma cortese di Pietro Bembo, nella quale l’esperienza personale della perdita del fratello Carlo, da una parte, è elaborata essendo trasposta in una dimensione esemplare e riletta alla luce del valore salvifico della parola poetica, dall’altra è presentata attraverso il filtro della precettistica retorica classica in merito alla costruzione dell’elegia funebre. Il contributo dimostra quindi la coincidenza dell’inventio della canzone con i modelli codificati dai trattatisti antichi (in particolare Menandro), sia per quanto riguarda l’organizzazione complessiva del testo e le sue partizioni interne (in primis la tripartizione lamento-lode-consolazione), sia per quanto concerne i motivi impiegati all’interno delle singole stanze e alcune scelte stilistiche. Il commento prova inoltre che il registro tragico della canzone, la sua estrema elaborazione formale, spesso tacciata di eccesso e di esercizio di stile, risponde in realtà a quanto, sulla base dei trattati retorici, il contesto esigeva. La rilettura del sonetto 90 delle Rime di Giovanni Guidiccioni che chiude il saggio mostra come l’esatta individuazione del genere del testo sia un’operazione critica fondamentale in quanto orienta l’interpretazione degli elementi convenzionali e del significato. Il sonetto, infatti, è stato erroneamente letto dagli studiosi come la preghiera di un pastore alla luna, mentre è una chiara realizzazione moderna del genere del παρακλαυσίθυρον classico. Nel complesso l’articolo vuole dunque sostenere l’idea di una lettura più rispettosa della storicità dei testi poetici cinquecenteschi (non da ultimo in quanto ancorati nella tradizione classica) e più completa nella misura in cui permette di tenere presenti aspetti molteplici, individuali e convenzionali, stilistici e contenutistici, sociali e biografici.

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