Il ritratto nobiliare di committenza nel medioevo romano [Texte]

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2006

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Francesco Gandolfo, « Il ritratto nobiliare di committenza nel medioevo romano [Texte] », Publications de l'École Française de Rome (documents), ID : 10670/1.tlp4yw


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Fin dalle prime testimonianze, risalenti all’VIII secolo, per definire il ritratto del committente nobiliare si fece ricorso alla scena della presentazione alla divinità di un modellino del monumento che era stato coinvolto nell’iniziativa. La soluzione fu ricavata dalla iconografia del pontefice committente la quale, in ordine di tempo, la precedette. Fin da subito il vero e proprio ritratto di committenza venne tenuto distinto rispetto a quello semplicemente devozionale per il quale si introdussero altri attributi, come le candele accese per gli uomini o le forme di cera grezza per le donne. La formula restò valida fino al XIII secolo, quando il mutare dell’iconografia papale condizionò ancora una volta quella del committente laico, il quale venne rappresentato inginocchiato e non più all’impiedi, nell’atto di essere presentato da un santo alla divinità. La scelta finì con l’introdurre nel ritratto di committenza un fattore di ambiguità, data la funzione funeraria attribuita a quella stessa iconografia.

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