I cavalieri romani e la proprietà fondiaria dai Flavi ai Severi

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1999

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Gianfranco Paci, « I cavalieri romani e la proprietà fondiaria dai Flavi ai Severi », Publications de l'École Française de Rome, ID : 10670/1.wmh8hp


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Sul possesso di proprietà fondiarie da parte dei cavalieri la maggior parte delle informazioni vengono, per il periodo in esame, dagli scrittori antichi, soprattutto da Plinio il Giovane, mentre di scarsa utilità sono sia le fonti epigrafi- che, sia quelle papiracee. In tutto ricaviamo però appena una ventina di casi di cavalieri in possesso di fondi : un numero estremamente modesto, rispetto agli oltre 30.000 posti a disposizione - per i soli ufficiali - per il medesimo periodo. Inoltre le notizie relative alle proprietà sono sempre generiche : se ne intuisce solo il carattere normalmente frazionato, mentre figurano sia grandi proprietari, sia titolari di piccole tenute. Considerando l'elevato numero di casi, a nostra conoscenza, di figli di cavalieri approdati al ceto senatorio, si capisce comunque, pur non avendone la diretta prova documentaria, che la terra doveva costituire una normale forma di investimento dei profitti da parte del ceto equestre e la proprietà fondiaria essere, presso di esso, una realtà diffusa, quanto presso il ceto senatorio.

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