Pensare con la bocca piena. Riflessioni sul rapporto tra mangiare, parlare ed ascoltare nel Timeo di Platone e nei Deipnosofisti di Ateneo di Naucrati

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21 mai 2019

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Luciana Romeri, « Pensare con la bocca piena. Riflessioni sul rapporto tra mangiare, parlare ed ascoltare nel Timeo di Platone e nei Deipnosofisti di Ateneo di Naucrati », HAL-SHS : histoire de l'art, ID : 10670/1.ydqafp


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Il punto di partenza della mia riflessione sono due passaggi del Timeo di Platone, estratti dal lungo discorso relativo alla formazione del corpo umano. Nel primo (Tim.75d-e) Platone espone l'idea di una incompatibilità tra « parlare » e « mangiare » identificando nella bocca il luogo stesso (e la ragione) di questa incompatibilità. Nel secondo (Tim. 72e-73a) è presentata l'idea di una voracità naturale dell'uomo, controllata unicamente grazie ad una « scappatoia » ideata dagli dei, ovvero la lunghezza degli intestini e, di conseguenza, la lentezza della digestione, che rende impossibile all'uomo di mangiare continuamente permettendogli quindi di fare qualcos'altro – in primis, dirà Platone, consacrarsi all'arte delle Muse e alla filosofia. L'idea comune a questi due passaggi è quella dell'impossibilità (fisica) per l'uomo di compiere al tempo stesso queste due attività, l'una propria all'anima, l'altra propria al corpo, che sono il fatto di parlare e il fatto di nutrirsi.Approfondendo le numerose implicazioni di questa concezione platonica, allargo la questione anche all'ascolto, inteso come possibilità di esaminare, analizzare e riflettere su cio' che viene detto, sempre all'interno di un contesto alimentare. Vediamo allora che, nel pensiero di Platone, la riflessione filosofica che nutre l'anima e l'alimento che nutre il corpo sono sostanzialmente incompatibili, impossibili da realizzare nello stesso tempo e nello stesso luogo.A partire da queste basi, sposto l'attenzione sul testo assai meno noto, I Deipnosofisti di Ateneo di Naucrati, che, pur ispirandosi al Simposio di Platone e pur riproponendo nella loro messa in scena la stessa questione del rapporto tra cibo, parola e ascolto, prendono le distanze dalla posizione platonica, confondendo continuamente i confini tra il momento discorsivo e il momento alimentare. Organizzato come un lungo e ricco banchetto tra saggi, da un punto di vista della forma letteraria I Deipnosofisti si presentano, è vero, come una illustrazione di cio' che il Timeo teorizza ; parola e ascolto sono messe in scena all'interno del banchetto in alternanza con le ricche portate di pietanze. L'erudizione che circola riempie per cosi dire il vuoto e il tempo tra due piatti. Ma, a differenza di Platone, che separa definitivamente le due « oralità » che sono mangiare et parlare / ascolare, opponendole come si oppongono corpo e anima, in Ateneo le due, pur essendo separate fisiologicamente, si interpellano continuamente intellettualmente : la parola dei saggi commensali anticipa, esplicita, racconta il cibo che viene servito, e contemporaneamente il cibo illustra, concretizza e esemplifica la parola che circola. Se non simultanee, queste diverse forme di oralità sono comunque sempre in connessione costante e cosciente nel testo di Ateneo. In questo, come su altre questioni, I Deipnosofisti si rivelano un testo originale e sorprendente, con una chiara tendenza anti-platonica.

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